EMAHO! MERAVIGLIA! (2022 – )

Emaho! Meraviglia! è un progetto di ricerca vocale sulla potenza della voce femminile, sul concetto di forza del corpo femminile ispirato al libro della filosofa italiana Alessandra Chiricosta “Un altro genere di forza” (Iacobelli Editore, 2019), sulla relazione diretta e il desiderio di Dio delle donne come sorgente infinita di amore.

Punto d’origine sono i canti a cappella delle cantanti nere Vera Hall e Bessie Jones e dei detenuti neri che gli etnomusicologi John Lomax e Alan Lomax registrarono negli anni ‘30 e ‘40 del Novecento, nel profondo Sud degli Stati Uniti. Qui, nelle carceri di massima sicurezza – che erano anche massacranti campi di lavoro, come la famigerata Parchman Farm del Mississippi -, uomini e donne usavano il canto, come scriveva di loro William Faulkner, per “trasportare la mente al di là della propria miseria”, come strumento di resistenza “con cui parlare da cuore a cuore attraverso strofe cantate”. Lasciandomi attraversare da queste melodie, così potenti per l’espressione quasi tangibile di libertà estrema e radicale in un contesto di violentissima repressione e prigionia, ho cercato di rintracciare dentro di me le radici della sofferenza e del mio senso di oppressione più profondo, accorgendomi allora che ad ogni passo tra le ramificazioni di ciò che più violentemente mi opprime, muovo anche un passo in quel solco di vastità libera e incontenibile che si traduce da questa stessa consapevolezza.

Emaho! Meraviglia! si configura allora come un canto continuo da cuore a cuore, dove la voce e il corpo diventano strumento per riappropriarsi di sé e allo stesso tempo per spingersi “al di là” e abitare, anche se solo per un istante, l’ardore quieto ma anche magmatico e selvaggio del mistero, aprendo quindi un varco sull’impossibile: è possibile oggi, nel 21esimo secolo, vivere e riformulare la trascendenza partendo finalmente dalle donne? La psicoanalista e filosofa belga Luce Irigaray scrive: “La donna è portata a riconoscere la trascendenza dell’altro perché tale gesto fa parte del fondamento dello sviluppo della sua propria relazione alla trascendenza. Ma occorre che scopra se stessa, e da se stessa, ciò che garantisce al suo mondo una base trascendentale.” E ancora: “Non sarà un ente maschile, foss’anche divino, a poter, da solo, accordare alla donna uno statuto trascendentale. […] La donna deve separarsi dal mondo che le è imposto come unico, fondare un mondo che le sia proprio e definire i modi di coesistere con un mondo irriducibile al suo”. (da “Condividere il Mondo“, Bollati Boringhieri, 2009). 

Emaho! Meraviglia! è quindi il tentativo di costruire questa stessa “base trascendentale”, un’invocazione che non parla di Dio, ma parla con Dio, forse nel modo più immediato e diretto possibile: quello della musica, che diventa allora meditazione, silenzio, preghiera.